domenica 13 maggio 2012

Ad un Cinofilosofo viene conferito il nome nepalese




(Fonte ANSA, REUTER, VAGINOPRESS)





Katmandu: Potrebbe sembrare il copione di un film hollywoodiano, ma quanto successo ad un Cinofilosofo italiano ha dell'incredibile.

Il professionista si era recato in Nepal per studiare lo Yeti, cercando di dimostrare la parentela genetica di questi con il “Chihuahua da mondioring”, ma durante la spedizione è accaduto l'inevitabile a causa di un eccesso tecnologico.

Il Cinofilosofo - si sa - è munito di ogni strumento di ultima generazione per far arrivare i suoi editti alle Sciuremarie via facebook (tablet apple, GPS satellitare per la localizzazione, etc), ma non aveva fatto i conti con le asperità del Nepal e con la mancanza di segnale per la connessione internet in quella zona.




A dorso di bue – uno dei quali usato solo per trasportare l'attrezzatura web del Cinofilosofo – e con una pendenza pari al 70% in povertà di ossigeno, i portatori Sherpa – famosi non solo per la loro resistenza fisica, ma soprattutto psichica – ossessionati dalle bestemmie del Cinofilosofo che non riusciva a connettersi in rete e dalla logorroica insistenza nel declamare consigli sul come si conducono gli animali per le montagne, lo hanno giudicato “intrasportabile” (...e se lo dicono loro...azz...), scaraventandolo con tutta l'attrezzatura da una rupe a circa 3.000 metri di altitudine.



E così, dopo i più famosi “Uccello Scalciante” e “Alzata con pugno”, ecco che al nostro viene rifilato il nome di



Caduto dagli Sherpa”.






Nei giorni successivi al fatto è stato fotografato casualmente da alcuni turisti svizzeri uno Yeti munito di pettorina che vagava tra gli anfratti rocciosi, e questo lascia supporre che il Cinofilosofo sia ancora in vita e stia operando nella zona.
Del Cinofilosofo nessuna traccia ufficiale, se non nelle varie leggende degli Sherpa che vengono raccontate davanti ai fuochi serali, una delle quali narra addirittura della nascita di un campo di educazione per gli Yeti da salotto.

La Farnesina e le Istituzioni Internazionali preposte si sono attivate immediatamente ed in sinergia tra loro affinché “Caduto dagli Sherpa” resti dov'è, mentre i Governi limitrofi hanno creato una speciale rete di intelligence in modo che non oltrepassi i confini del Nepal.
In una recente intervista si è espresso addirittura il Dalai Lama dichiarando:

Il titolo di Dalai Lama è tratto da una combinazione della parola mongola Dalai, che significa "Oceano", e pronunciabile in tibetano come tale' i, con Lama, equivalente tibetano del termine sanscrito "guru", ovvero «Maestro spirituale». Dal momento che il vero Guru sarei io...mica vi incazzate se lo banno dalle mie preghiere...oltre che da facebook?




 
Nella foto, il momento in cui il Dalai Lama si esprime con la seguente presa di posizione:

"Ascolta 'oso...l'urtimo che m'è venuto a rompe 'oglioni con la storia del Guru era Palestinese e ha fatto 'na finaccia. Hai presente? 'Un mi fa' incazzà perché ti rigiro come la 'ampana der gonghe e ti sono in quattro quarti...hai 'apito...'oso? Levati di 'ulo e lascia sta' ir mi' amio Yeti"





 
...e se l'ha detto Lui...RI-AZZ    :-((



Noi di Cinofilosofia d.o.g.c. vi terremo aggiornati attraverso il nostro corrispondete locale (è di Pisa, ma gli fà 'na sega...capisce uguale)