sabato 14 luglio 2012

Interrail Cinofilosofico: protesta dei Nativi Americani






Per i Nativi Americani il nome proprio (Angelo, Attilio, Alexa, Roberto, David, Suzanne, Kevin, etc.) veniva conferito in età adulta perché significativo di una sua particolarità.

In sostanza, il nome racchiudeva la personalità, il carattere o un evento della sua storia personale, svincolato però dal giudizio o da ciò che la cultura occidentale potrebbe far credere.
Toro Seduto” – ad esempio - non è stato chiamato così perché faceva male l’obedience con il suo ruminante; e questo valeva anche per “Cavallo Pazzo”, il quale non correva certo il Palio di Siena all’incontrario pensando che gli altri andassero contromano.
Idem per “Corvo nero”, il quale non era solito portare sfiga; o “Pocahontas”, che non significa  “POpòdipasseraCAataaforzaoHOguardatopiùpasserad’uNTASsista”.

Ecco: in un certo senso tutto questo accadeva anche in Toscana fin dall’epoca etrusca, dove tutt’oggi vengono affibbiati soprannomi di ogni tipo: “Trecciolino”, “Aceto”, “Patacca” e così via.

Nel campo cinofilo – grazie a film come “L’uomo che sussurrava ai cavalli” oppure “Balla coi lupi” – stavano per essere conferite alcune onoreficenze a dei “Cinocagologi” (differenti per standard dai Cinofilosofi) che si sono particolarmente distinti nel camminare – in modo reiterato e costante - con i tacchi a spillo sui testicoli del prossimo.

Ecco la lista dei nomi (un po’ come l’affisso E:N:C:I.) dei Cinocagologi nominati:

“Ruttato dai malin”
“Eiaculato all’Autogrill”
“Scaccolato al Telepass”
“Scoreggiato a forza”
“Gambizzato sulla Scala Mobile”
“Fumato nel Bengala”
“Incollato con lo sputo”
“Fulminato dal Tavor”
“Trombato nel ripeti”
“Hai voluto il Pinguino De Longhi? Cazzi tuoi!”



Ora, non è che i Lakota Sioux stiano lì a risciacquare le code alle renne dopo l’eiaculazione precoce, ed appena appresa la notizia, hanno fatto subito un esposto alla Comunità Europea per la tutela e la salvaguardia dei nomi propri; tentando addirittura di impugnare il Patto Atlantico!

Già in passato qualche esponente dei Cinocagologi sardi si era allargato un po’ troppo affermando – con tanto di link in lingua Suomi a suffragio – che il termine “Haaaaauuuuuuuuug” deriva da “Aiòòòòòòòòò” a cui era stata soltanto tolta l’acca (H) per questioni semantiche cinoegizie.


Ma andiamo oltre e torniamo all’incidente diplomatico.


In materia di comunicazione i Cinocagologi dimostrarono di essere messi male quando decisero – su consiglio del “Sussurratore di Centocelle” – di andare a conoscere direttamente il Popolo delle Praterie.
Volevano capire se i post pubblicati dal Sussurratore su facebook fossero veri; volevano coglierne l’essenza. Capire se la “sacralità della monta a pelo” fosse riconducibile allo sciamanesimo bergamasco o al “lato B” della Canalis.

Decisero quindi di andare nel South Dakota per visitare i luoghi fino ad allora visti soltanto su Google Maps.

Già alla partenza a qualcuno giravano i coglioni perché andavano nel South Dakota a conoscere i Lakota (il Cinocagologo esordì con un classico:- “Cazzo ci andiamo a fare lì? Potevamo andare direttamente nel South Lakota!”).


Ma non è finita qui…no no…


Il Presidente dei Cinofilosofi che guidava il gruppo vacanze voleva a tutti i costi pilotare l’aereo, incazzandosi a morte con il Comandante per una virata che - a suo giudizio - poteva essere fatta in un altro modo! Più cognitivo!!



Direttamente dalla torre di controllo venne registrata la comunicazione:


- “Hey Sir!!! What’s goin on??? Who are you!!!!"

-“Ai em se president of se Cinofilosofi end ai em en airplein expert. Iu chen not ran so fast bicos hir in mai compiuter is vrait set ….”

- “Fuckoffffffffffffffffffff!!!!!!!!!!!!!!!!

- "Uot?"

In barba alle disposizioni del Comandante, il Cinofilosofo – incazzatissimo - aprì il HIphone postando su facebook  frase dal vago sapore noir:



Adesso sono consapevole dei limiti del Comandante Schettino; 
meno male che amo gli animali


Mentre tutti i passeggeri si toccavano le palle e inviavano aggettivi qualificativi all’indirizzo della madre di un Palestinese vissuto duemila anni fa, una hostess di origini napoletane gli infilò, in sole due mosse di Krav Maga,  una camicia di forza scaraventandolo nel cesso e chiudendolo a chiave.

Una volta atterrati, e uscito di lì, il Presidente dei Cinofilosofi tenne una lezione sulla nuova pettorina provata personalmente!!!


Andiamo avanti


Ogni Nativo Americano sa benissimo che non si usano i fiori di Bach per fare i segnali di fumo - soprattutto controvento, e quando ci sono dei bambini nelle vicinanze - e mentre i Cinocagologi se ne stavano lì a farsi la loro bella canna unita ad una piadina romagnola alla brace, e con tanto di maglietta “Io lovvo i Lakota Sioux”, parte da dietro la collina un gruppetto di guerrieri strafatto di pejote con il preciso intento di evirarli e mettere successivamente il filmato su youporn nella sezione “Amateur”.


Il Presidente dei Cinofilosofi che guidava il gruppo vacanze tentò quindi di fare scudo ai suoi discepoli  mettendosi come Papa Leone I quando fermò Attila sul Mincio (il fiume si chiama così, proprio per l’esclamazione Pontificia: “Miiiiinchia!!!”), solo che non aveva il mano il Crocefisso, ma un copia/incolla di Wikipedia su cui c’era scritto che i Nativi Americani – proprio ad esagerare – erano soliti tagliare lo scalpo, e non le palle ai loro nemici!

Nella trattativa, il Presidente ha cominciato quindi con tutta una pippa sul 

E come mai le palle e non gli scalpi?”, 
Avere la testa di cazzo non significa che i capelli li troviate lì”,
 “Cazzo c’entro io se Custer era biondo e gay?


e proprio grazie a quest’ultima frase il Presidente dei Cinofilosofi cominciò a sentirsi eccessivamente osservato dai Lakota, essendo lui stesso il clone di Babbo Natale.

Il dubbio diventò sempre più crescente, la tensione salì, e solo quando si cominciò a sentire puzza di merda provenire dai suoi pantaloni, il più saggio dei guerrieri Lakota gli stampò il dito medio a cinque centimetri dal naso, ruttandogli il pejote negli occhi.


 (una delle foto postate su facebook)



Secondo voi…come ha reagito il Cinofilosofo al fatto?

Per prima cosa ha parlato di “prossemica intima”, tenendo subito dopo una lezione sul "linguaggio non verbale” di cui i Nativi Americani sono mirabili interpreti, mettendo successivamente su facebook l’accaduto e controllando i vari “mi piace” in arrivo.

Dall’altra parte dell’Oceano le Sciuremarie partirono con un’immediata raffica di cuoricini e di post stile

Makkeèsuccesso?????
Sono con te!!!! Ti lovvo!!!
Che cani usano i Lakota per fare agility?
E’ vero che Kevin Costner è più basso? PS: il mio cane fa ancora la pipì in casa :-((


Dopo aver fatto il pieno al suo ego, il Presidente dei Cinofilosofi radunò quindi i Cinocagologi proponendo una “TROMBATA COGNITIVA” di gruppo, con tanto di fascia al braccio stile EXPO per valutare i binomi!!!

Per prima cosa – a suffragio dell’iniziativa - tirò fuori dalla sua valigetta un intero fascicolo preso su Google dal titolo “Il sesso è un segnale calmante per le scimmie Bonobo”, compose a suo insindacabile giudizio le squadre, decidendo che:

a)     Il tempo massimo del rapporto con tanto di fotofinish;
b)    Le posizioni corrette perché la cinognostica non è un’opinione;
c)     Il colore della pettorina per i passivi;
d)    Valutazione dello stato di stress da parte di un comportamentalista – pena la squalifica


I Nativi Americani osservarono dall’alto della collina tutta la scena e decisero che era l’ora di intervenire, taggandoli su facebook.

Il Presidente dei Cinofilosofi però – lo sappiamo – è una volpe!!! E aveva modificato le impostazioni della privacy prima della partenza dall’Italia!!!
Impossibilitati a taggare, i Lakota riunirono quindi il Consiglio degli Anziani, il quale decise che era arrivato il momento di rapirli e fargli fare la “Danza del Sole” appendendoli però per le palle!!!

L’Ambasciata Italiana negli USA, avvistata da un Cinocagologo scampato all’agguato, ha quindi inoltrato alle Sedi Competetnti la documentazione per intervenire in ambito Comunitario affinché vengano impediti (cito) “usi impropri di nomi di ispirazione Lakota sul suolo italiano e su facebook”.

Già si vedono infatti i primi significativi cambiamenti sugli avatar e sugli indirizzi mail di alcuni Cinocagologi di spicco.
Al maglioncino rosso (scollo a “V”) è stata preferita una più sobria e anonima maglietta bianca con Nikon al collo modello turista per caso, mentre altri si sono addirittura cancellati dal social network o hanno cambiato il loro profilo da maschile a femminile



(uno dei Cinocagologi prima della protesta Lakota)




Fonte: VAGINOPRESS