Per i Nativi
Americani il nome proprio (Angelo, Attilio, Alexa, Roberto, David, Suzanne, Kevin,
etc.) veniva conferito in età adulta perché significativo di una sua
particolarità.
In sostanza, il nome
racchiudeva la personalità, il carattere o un evento della sua storia
personale, svincolato però dal giudizio o da ciò che la cultura occidentale
potrebbe far credere.
“Toro Seduto” – ad
esempio - non è stato chiamato così perché faceva male l’obedience con il suo
ruminante; e questo valeva anche per “Cavallo Pazzo”, il quale non correva
certo il Palio di Siena all’incontrario pensando che gli altri andassero
contromano.
Idem per “Corvo
nero”, il quale non era solito portare sfiga; o “Pocahontas”, che non significa
“POpòdipasseraCAataaforzaoHOguardatopiùpasserad’uNTASsista”.
Ecco: in un certo
senso tutto questo accadeva anche in Toscana fin dall’epoca etrusca, dove
tutt’oggi vengono affibbiati soprannomi di ogni tipo: “Trecciolino”, “Aceto”,
“Patacca” e così via.
Nel campo cinofilo –
grazie a film come “L’uomo che sussurrava ai cavalli” oppure “Balla coi lupi” –
stavano per essere conferite alcune onoreficenze a dei “Cinocagologi”
(differenti per standard dai Cinofilosofi) che si sono particolarmente distinti
nel camminare – in modo reiterato e costante - con i tacchi a spillo sui
testicoli del prossimo.
Ecco la lista dei
nomi (un po’ come l’affisso E:N:C:I.) dei Cinocagologi nominati:
“Ruttato dai malin”
“Eiaculato
all’Autogrill”
“Scaccolato al
Telepass”
“Scoreggiato a forza”
“Gambizzato sulla
Scala Mobile”
“Fumato nel Bengala”
“Incollato con lo
sputo”
“Fulminato dal Tavor”
“Trombato nel ripeti”
“Hai voluto il
Pinguino De Longhi? Cazzi tuoi!”
Ora, non è che i
Lakota Sioux stiano lì a risciacquare le code alle renne dopo l’eiaculazione
precoce, ed appena appresa la notizia, hanno fatto subito un esposto alla
Comunità Europea per la tutela e la salvaguardia dei nomi propri; tentando
addirittura di impugnare il Patto Atlantico!
Già in passato qualche
esponente dei Cinocagologi sardi si era allargato un po’ troppo affermando –
con tanto di link in lingua Suomi a suffragio – che il termine
“Haaaaauuuuuuuuug” deriva da “Aiòòòòòòòòò” a cui era stata soltanto tolta l’acca
(H) per questioni semantiche cinoegizie.
Ma andiamo oltre e
torniamo all’incidente diplomatico.
In materia di
comunicazione i Cinocagologi dimostrarono di essere messi male quando decisero
– su consiglio del “Sussurratore di Centocelle” – di andare a conoscere
direttamente il Popolo delle Praterie.
Volevano capire se i
post pubblicati dal Sussurratore su facebook fossero veri; volevano coglierne
l’essenza. Capire se la “sacralità della monta a pelo” fosse riconducibile allo
sciamanesimo bergamasco o al “lato B” della Canalis.
Decisero quindi di
andare nel South Dakota per visitare i luoghi fino ad allora visti soltanto su
Google Maps.
Già alla partenza a
qualcuno giravano i coglioni perché andavano nel South Dakota a conoscere i
Lakota (il Cinocagologo esordì con un classico:- “Cazzo ci andiamo a fare lì?
Potevamo andare direttamente nel South Lakota!”).
Ma non è finita
qui…no no…
Il Presidente dei
Cinofilosofi che guidava il gruppo vacanze voleva a tutti i costi pilotare
l’aereo, incazzandosi a morte con il Comandante per una virata che - a suo
giudizio - poteva essere fatta in un altro modo! Più cognitivo!!
Direttamente dalla
torre di controllo venne registrata la comunicazione:
- “Hey Sir!!! What’s
goin on??? Who are you!!!!"
-“Ai em se president
of se Cinofilosofi end ai em en airplein expert. Iu chen not ran so fast bicos
hir in mai compiuter is vrait set ….”
- “Fuckoffffffffffffffffffff!!!!!!!!!!!!!!!!”
- "Uot?"
In barba alle
disposizioni del Comandante, il Cinofilosofo – incazzatissimo - aprì il HIphone
postando su facebook frase dal vago sapore noir:
“Adesso sono
consapevole dei limiti del Comandante Schettino;
meno male che amo gli animali”
Mentre tutti i
passeggeri si toccavano le palle e inviavano aggettivi qualificativi all’indirizzo
della madre di un Palestinese vissuto duemila anni fa, una hostess di origini
napoletane gli infilò, in sole due mosse di Krav Maga, una camicia di forza scaraventandolo nel cesso
e chiudendolo a chiave.
Una volta atterrati,
e uscito di lì, il Presidente dei Cinofilosofi tenne una lezione sulla nuova
pettorina provata personalmente!!!
Andiamo avanti
Ogni Nativo Americano
sa benissimo che non si usano i fiori di Bach per fare i segnali di fumo -
soprattutto controvento, e quando ci sono dei bambini nelle vicinanze - e
mentre i Cinocagologi se ne stavano lì a farsi la loro bella canna unita ad una
piadina romagnola alla brace, e con tanto di maglietta “Io lovvo i Lakota
Sioux”, parte da dietro la collina un gruppetto di guerrieri strafatto di
pejote con il preciso intento di evirarli e mettere successivamente il filmato
su youporn nella sezione “Amateur”.
Il Presidente dei
Cinofilosofi che guidava il gruppo vacanze tentò quindi di fare scudo ai suoi
discepoli mettendosi come Papa Leone I
quando fermò Attila sul Mincio (il fiume si chiama così, proprio per
l’esclamazione Pontificia: “Miiiiinchia!!!”), solo che non aveva il mano il
Crocefisso, ma un copia/incolla di Wikipedia su cui c’era scritto che i Nativi
Americani – proprio ad esagerare – erano soliti tagliare lo scalpo, e non le
palle ai loro nemici!
Nella trattativa, il
Presidente ha cominciato quindi con tutta una pippa sul
“E come mai le palle e
non gli scalpi?”,
“Avere la testa di cazzo non significa che i capelli li
troviate lì”,
“Cazzo c’entro io se Custer era biondo e gay?”
e proprio grazie
a quest’ultima frase il Presidente dei Cinofilosofi cominciò a sentirsi
eccessivamente osservato dai Lakota, essendo lui stesso il clone di Babbo
Natale.
Il dubbio diventò
sempre più crescente, la tensione salì, e solo quando si cominciò a sentire
puzza di merda provenire dai suoi pantaloni, il più saggio dei guerrieri Lakota
gli stampò il dito medio a cinque centimetri dal naso, ruttandogli il pejote
negli occhi.
(una delle foto postate su facebook)
Secondo voi…come ha
reagito il Cinofilosofo al fatto?
Per prima cosa ha
parlato di “prossemica intima”, tenendo subito dopo una lezione sul "linguaggio non verbale” di cui i Nativi Americani sono mirabili interpreti, mettendo
successivamente su facebook l’accaduto e controllando i vari “mi piace” in
arrivo.
Dall’altra parte
dell’Oceano le Sciuremarie partirono con un’immediata raffica di cuoricini e di
post stile
Makkeèsuccesso?????
Sono con te!!!! Ti
lovvo!!!
Che cani usano i Lakota
per fare agility?
E’ vero che Kevin
Costner è più basso? PS: il mio cane fa ancora la pipì in casa :-((
Dopo aver fatto il
pieno al suo ego, il Presidente dei Cinofilosofi radunò quindi i Cinocagologi
proponendo una “TROMBATA COGNITIVA” di gruppo, con tanto di fascia al braccio
stile EXPO per valutare i binomi!!!
Per prima cosa – a suffragio
dell’iniziativa - tirò fuori dalla sua valigetta un intero fascicolo preso su
Google dal titolo “Il sesso è un segnale calmante per le scimmie Bonobo”,
compose a suo insindacabile giudizio le squadre, decidendo che:
a)
Il
tempo massimo del rapporto con tanto di fotofinish;
b)
Le
posizioni corrette perché la cinognostica non è un’opinione;
c)
Il
colore della pettorina per i passivi;
d)
Valutazione
dello stato di stress da parte di un comportamentalista – pena la squalifica
I Nativi Americani
osservarono dall’alto della collina tutta la scena e decisero che era l’ora di
intervenire, taggandoli su facebook.
Il Presidente dei
Cinofilosofi però – lo sappiamo – è una volpe!!! E aveva modificato le
impostazioni della privacy prima della partenza dall’Italia!!!
Impossibilitati a taggare,
i Lakota riunirono quindi il Consiglio degli Anziani, il quale decise che era
arrivato il momento di rapirli e fargli fare la “Danza del Sole” appendendoli
però per le palle!!!
L’Ambasciata Italiana
negli USA, avvistata da un Cinocagologo scampato all’agguato, ha quindi
inoltrato alle Sedi Competetnti la documentazione per intervenire in ambito
Comunitario affinché vengano impediti (cito) “usi impropri di nomi di
ispirazione Lakota sul suolo italiano e su facebook”.
Già si vedono infatti
i primi significativi cambiamenti sugli avatar e sugli indirizzi mail di alcuni
Cinocagologi di spicco.
Al maglioncino rosso
(scollo a “V”) è stata preferita una più sobria e anonima maglietta bianca con
Nikon al collo modello turista per caso, mentre altri si sono addirittura cancellati
dal social network o hanno cambiato il loro profilo da maschile a femminile
(uno dei Cinocagologi prima della protesta Lakota)
Fonte: VAGINOPRESS